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Tumore colon-retto, la colonscopia virtuale come metodica di screening

La colonscopia virtuale (colon TC – Tomografia Computerizzata) è un’indagine diagnostica radiologica non invasiva che consente di osservare la parete interna del colon, senza l’utilizzo di una sonda endoscopica, attraverso un esame TC dell’addome a bassa dose, dopo aver introdotto aria nell’intestino.

È un esame sicuro, privo di controindicazioni, accurato e ben tollerato. Assicura un’elevata accuratezza diagnostica, molto simile a quella della colonscopia ottica; permette una valutazione completa del colon in pressoché tutti i pazienti a fronte di una minore invasività.

Nel 2008 l’American Cancer Society, l’American Gastroenterological Association e l’American College of Radiology hanno pubblicato le nuove linee guida per lo screening del tumore del colon-retto, includendo ufficialmente tra le metodiche disponibili anche la colonscopia virtuale.

Il tumore colo-rettale

Questa neoplasia è la seconda causa di morte per tumori nei Paesi industrializzati. In particolare, nel nostro Paese, il 10% degli uomini e il 15% delle donne che muoiono di cancro soffrono di carcinoma colo-rettale.

I test di screening consentono di diagnosticare la malattia prima della manifestazione dei sintomi a essa correlati. La diagnosi precoce in ambito tumorale ha un ruolo molto importante perché aumenta le possibilità di guarigione: la maggior parte dei tumori infatti sono curabili ma non guaribili quando si trovano in uno stadio avanzato.

Dal polipo al tumore

Il cancro del colon è tra le malattie oncologiche che più si presta a essere prevenuta in modo radicale, individuando precocemente i polipi adenomatosi intestinali, suoi precursori, prima che degenerino.

Un polipo può svilupparsi dalla mucosa sana in circa cinque anni; tuttavia, affinché la lesione polipoide possa trasformarsi in carcinoma in situ, occorrono circa due anni. Sono necessari altri tre anni per sviluppare un carcinoma invasivo. Il cancro del colon-retto, abbastanza raro prima dei 40 anni, è sempre più frequente in particolare a partire dai 60 anni e raggiunge il picco massimo verso gli 80 anni. Negli ultimi anni si è assistito a un aumento del numero di tumori, ma anche a una diminuzione della mortalità, attribuibile soprattutto a un’informazione più adeguata, alla diagnosi precoce e ai progressi nel campo della terapia.

Per chi è indicato l’esame?

Al momento, è da preferire la colonscopia convenzionale nei soggetti con familiarità che non possono o non vogliono sottoporsi allo studio endoscopico classico.
Andrebbero esclusi da uno studio virtuale i soggetti con sindromi genetiche oppure quelli in sorveglianza perché affetti da colite ulcerosa: in questi casi esistono strategie di studio peculiari che possono essere attuate esclusivamente con la colonscopia convenzionale.

Quando è necessario sottoporsi a una successiva colonscopia reale?

La rielaborazione delle immagini acquisite durante una colonscopia virtuale richiede all’esaminatore un impegno temporale medio di circa 30-45 minuti. Tuttavia, al termine dell’esame, il radiologo procederà a una preliminare visualizzazione delle immagini al fine di individuare eventuali reperti meritevoli di un approfondimento mediante colonscopia reale.

Presso Humanitas San Pio X, grazie alla collaborazione tra le Unità di Diagnostica per Immagini e di Gastroenterologia ed Endoscopia, in caso il radiologo ne valuti la necessità, è solitamente possibile sottoporsi nella stessa giornata a colonscopia reale onde evitare al paziente il ricorso a un’ulteriore preparazione intestinale.

Perché e quando scegliere la colonscopia virtuale nello screening del cancro del colon-retto?

Propendere per la colonscopia virtuale in vece di quella tradizionale può essere giustificato in primis dalla sua minore invasività e dal conseguente favorevole aspetto psicologico da parte del soggetto asintomatico. La procedura è solitamente ben tollerata, non richiede il ricorso ad alcuna sedazione e consente di riprendere subito dopo l’esame l’attività lavorativa e la dieta abituale

Inoltre, sfruttando le potenzialità intrinseche della TC, permette di valutare l’estensione extra-colica di una malattia intestinale (per esempio in caso di diverticoli) o fornire informazioni aggiuntive occasionali (reperti asintomatici come lesioni riguardanti altri organi addominali, calcolosi della colecisti o renali o aneurismi aortici, con evidente beneficio in termini di diagnosi precoce).

Di contro esistono degli svantaggi rispetto alla colonscopia tradizionale tra i quali va ricordata l’impossibilità di ricorrere a manovre bioptiche o di escissione (non escludendo, in caso di reperti sospetti, il successivo ricorso alla colonscopia tradizionale) e l’utilizzo di radiazioni ionizzanti, sebbene con un impatto dosimetrico non paragonabile a quello di una classica TC grazie all’utilizzo di protocolli dedicati, a bassissima dose.

Infine va ricordato che l’indagine ha una ottima sensibilità e specificità, pressoché sovrapponibile a quella della colonscopia tradizionale nell’individuare polipi di dimensioni al di sopra dei 5 mm; la stessa sensibilità decresce progressivamente al di sotto di tal dimensioni.

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