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Vertigine: un sintomo che ha sempre bisogno di una diagnosi

Quasi tutti hanno sperimentato, almeno da bambini, una vertigine transitoria giocando a girotondo o scendendo da una giostra. Esistono però diversi tipi di vertigine, che alcuni riferiscono come un senso di oscillazione o inclinazione, altri percepiscono come se l’ambiente in cui si trovano girasse intorno a loro, altri ancora come auto-movimento. Qualunque sia il tipo di vertigine, è bene sapere che la vertigine è un sintomo, non una diagnosi o una patologia.

Di quali patologie la vertigine è un sintomo? Ne parliamo con il dottor Michele Cerasuolo, otorinolaringoiatria di Humanitas San Pio X.

Cos’è la vertigine? Un sintomo per molte patologie

La vertigine è un disturbo dell’equilibrio che causa una sensazione di spostamento del corpo rispetto all’ambiente o dell’ambiente rispetto al corpo. «È un sintomo comune a molte patologie – spiega il dottor Michele Cerasuolo – e può essere molto invalidante per chi ne soffre.

Esistono due tipologie di vertigine in base alla loro origine: le vertigini centrali, che sono sintomo di una patologia del sistema nervoso centrale (emicrania, ictus, tumori o malattie demielinizzanti) e le vertigini periferiche, espressione di disturbi localizzati nell’orecchio interno. La forma periferica rappresenta la tipologia più comune di vertigine ed è la manifestazione di patologie che interessano il vestibolo, organo dell’orecchio interno deputato al controllo dell’equilibrio. La vertigine può comparire all’improvviso con o senza sintomi che la anticipano, in modo inaspettato, e scomparire spontaneamente o durare diversi giorni. Fondamentale è stabilire cosa può aver scatenato la vertigine e curarla con trattamenti adeguati alla causa.

Quali sono le cause della vertigine?

Vertigine e labirintite non sono sinonimi – prosegue l’esperto – e non tutte le vertigini hanno la stessa causa. Le vertigini più comuni sono quelle periferiche, caratterizzate di solito da una vertigine definita “oggettiva” in cui il soggetto ha l’impressione di vedere l’ambiente girare intorno a sé. In molti casi, le vertigini periferiche possono accompagnarsi anche a senso di stordimento, nausea e/o vomito, aumento della salivazione, difficoltà a stare in piedi, malessere generale, depressione, tachicardia e sintomi cocleari (disturbi dell’udito, acufeni).

Le cause di vertigine periferica sono molteplici: 

  • vertigini parossistiche posizionali benigne (VPPB)
  • traumi cranici
  • infezioni o infiammazioni del nervo vestibolare (neuriti o labirintiti)
  • malattia di Ménière
  • otiti, tappi di cerume
  • farmaci

La vertigine, proprio perché è un sintomo e non una causa, può anche riferirsi a disturbi che nulla hanno a che fare con l’orecchio e il sistema vestibolare (ad esempio, le vertigini centrali). Per tale ragione, la comparsa di vertigine deve portare il paziente, a qualunque età e in tempi rapidi, alla valutazione dello specialista ORL per effettuare le indagini necessarie al fine di riconoscere la patologia scatenante la vertigine.

Vertigine: cosa fare?

Durante la visita lo specialista otorinolaringoiatra partendo da una accurata anamnesi e un esame obiettivo valuterà le caratteristiche della vertigine e dei sintomi associati ed eseguirà specifiche manovre e talvolta degli esami diagnostici ambulatoriali. La videonistagmografia è l’esame cardine della valutazione della funzionalità vestibolare – sottolinea lo specialista -. Si tratta di un esame diagnostico non invasivo che permette, tramite l’applicazione di particolari occhiali dotati di telecamere, di studiare il nistagmo, movimento ritmico involontario degli occhi e segno caratteristico delle patologie vertiginose.

Talvolta, in presenza di sintomi cocleari, sarà indicata anche l’esecuzione degli esami di funzionalità uditiva (esame audiometrico e impedenzometrico). Infine, nei casi in cui la diagnosi rimanga incerta o ci sia il sospetto di una vertigine di origine centrale, lo specialista consiglierà una valutazione neurologica ed esami di diagnostica per immagini (TC o RMN encefalo). Una volta determinata la causa, il trattamento prevede sia la gestione della vertigine e dei sintomi associati alla vertigine stessa, sia la cura della causa. Le terapie e i percorsi di trattamento, così come i tempi di guarigione, possono essere diversi da paziente a paziente, anche in presenza dello stesso tipo di vertigine.

Nei casi di vertigine parossistica posizionale potranno essere sufficienti delle manovre liberatorie eseguite in ambulatorio dall’otorinolaringoiatra per trattare la vertigine e dare sollievo anche immediato al paziente; nei casi di patologie infiammatorie o infettive possono essere necessari farmaci antibiotici e/o farmaci antinfiammatori associati a terapie sintomatiche per nausea e vomito – conclude il dottor Cerasuolo.

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