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Per far smettere la vertigine, servono le manovre liberatorie. Cosa sono?

Capita che a letto, girandosi nel sonno, sdraiandosi la sera o alzandosi al mattino, il mondo inizi a girare come se invece del letto si fosse finiti dentro la lavatrice o su una barca. Si manifesta così una delle più comuni vertigini, chiamata vertigine posizionale parossistica benigna (VPPB), la cui causa è il mal posizionamento degli otoliti presenti in una particolare posizione nel labirinto, all’interno dell’orecchio. Per rimetterli al loro posto e far passare la vertigine, servono le manovre liberatorie, da effettuare solo se a farle è un medico otorinolaringoiatra.  

Cosa sono le manovre liberatorie e chi le esegue? 

«Per manovre liberatorie si intendono esercizi e manovre ripetibili a breve distanza, eseguite dal medico esperto in ambulatorio – spiega la dott.ssa Giulia Marciante di otorinolaringoiatria di Humanitas San Pio X -. Si tratta di manovre sicure ed efficaci, diverse anche nel nome sulla base delle strutture interessate dalla vertigine all’interno del labirinto. Vengono chiamate “manovre liberatorie” perché hanno lo scopo di riportare nella loro posizione corretta gli otoliti, ovvero quei piccoli cristalli di carbonato di calcio presenti nell’utricolo, che compartecipano al mantenimento di un equilibrio stabile nello spazio. Le manovre liberatorie vengono selezionate sulla base dell’esito delle cosiddette “manovre diagnostiche”; in entrambi i casi si tratta di specifici movimenti rapidi della testa e del corpo che vengono eseguiti dal paziente mentre indossa speciali occhiali con telecamera interna per la videonistagmografia. Grazie a questo esame, infatti, è possibile studiare con precisione la qualità e il tipo di movimenti oculari causati dalla sollecitazione delle strutture dell’orecchio responsabili della comparsa delle vertigini, e trattare di conseguenza i disturbi. Se le manovre liberatorie sono efficaci, scateneranno una nuova vertigine, con caratteristiche differenti rispetto alla vertigine originariamente lamentata dal paziente, talvolta seguita da una sensazione di instabilità e/o nausea.  Per questo motivo, le manovre possono risultare fastidiose, ma già dopo pochi minuti anche la vertigine liberatoria si ferma, e riportati nella loro sede corretta, gli otoliti riprendono la loro funzione, con beneficio per il paziente». 

Cosa fare una volta a casa?  

«In alcuni casi, specie se il paziente ha avuto bisogno di diverse manovre ripetute – prosegue l’esperto -, può rimanere una sensazione di instabilità che può passare in qualche ora. Non ci sono particolari accorgimenti da tenere a casa, sebbene i pazienti, in genere, tendano a girare poco la testa per timore che si possa scatenare un’altra vertigine. Se la vertigine dovesse ripresentarsi, anche a breve distanza, è importante tornare dall’otorinolaringoiatra per effettuare ancora le manovre liberatorie».  

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