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EsofagoGastroDuodenoScopia EGDS


Che cos’è l’EsofagoGastroDuodenoScopia?

L’EsofagoGastroDuodenoScopia (EGDS) è una procedura che consente al medico endoscopista di esaminare direttamente l’interno dell’esofago, dello stomaco e del duodeno, mettendo in evidenza eventuali alterazioni. Per far questo si utilizza una particolare sonda lunga e flessibile, il gastroscopio, che ha un diametro di circa 9 mm e possiede una telecamera e una luce sulla estremità.

A cosa serve?

Viene eseguita per accertare se i disturbi siano causati o associati ad alterazioni dell’esofago, dello stomaco o del duodeno e per impostare un’adeguata terapia.

Sono previste norme di preparazione all’esame?

L’EGDS deve essere eseguita dopo un periodo di digiuno di almeno 8 ore, perché la presenza di alimenti nello stomaco interferirebbe con una adeguata esplorazione delle pareti. Pertanto, se l’esame viene effettuato al mattino, si raccomanda il digiuno dalle ore 24 della sera precedente; se invece è programmato nel pomeriggio, possono essere assunti te o camomilla (evitando latte e caffè) fino a 8 ore prima dell’esame.

Sempre nelle 8 ore che precedono l’esame va evitata l’assunzione di sciroppi (antiacidi, sucralfato) che possono rendere difficoltosa la visione della superficie interna degli organi da esplorare.

Nel caso di allergie a farmaci, se vi è in corso una terapia, nel caso di valvulopatie o malformazioni cardiache o di  interventi di protesi valvolari cardiache, è necessario informare il medico endoscopista.

Come si svolge l’esame?

Le verrà effettuata un’anestesia del cavo orale con un anestetico spray e le verrà praticata, se lo vuole, un’iniezione di un farmaco ad azione sedativa in una vena del braccio (la sedazione permetterà di ridurre il disagio e di rendere meno fastidioso l’esame). La dose di tale farmaco e quindi l’effetto sedativo sono scelti dal medico endoscopista che terrà conto lo stato emotivo del paziente al momento dell’esecuzione dell’esame endoscopico. Come conseguenza della sedazione, non potrà lasciare l’ospedale guidando veicoli, ma dovrà essere accompagnato da un suo conoscente.

Dopo essersi disteso/a sul lettino sul fianco sinistro, le verrà posizionato un boccaglio di plastica tra i denti (in caso di protesi dentaria questa dovrà essere rimossa) per evitare di mordere lo strumento durante l’esame. L’endoscopio sarà fatto passare attraverso il boccaglio nel cavo orale e poi lentamente attraverso esofago e stomaco fino al duodeno.

Guardando le immagini prodotte dal gastroscopio, il medico endoscopista ha una chiara visione della parete interna dell’esofago, dello stomaco e del duodeno e può quindi individuare o escludere la presenza di malattie di questi organi.

Questo esame fornisce informazioni precise ed immediate e consente, durante la sua esecuzione, di effettuare dei prelievi di piccoli frammenti di mucosa (biopsie) utili per ottenere una diagnosi ancora più mirata.

Le biopsie sono del tutto indolori e si effettuano nella maggior parte dei casi per la ricerca dell’Helicobacter pylori, un batterio che può causare gastriti e ulcere.

In taluni casi possono anche rendersi necessarie o opportune manovre terapeutiche come ad esempio rimozione di polipi o cauterizzazione di lesioni sanguinanti non prevedibili prima dell’inizio dell’esame.

I polipi sono delle rilevatezze della mucosa che in passato richiedevano un vero e proprio intervento chirurgico, ma con l’evoluzione delle nuove tecnologie endoscopiche, possono essere asportati durante l’esame.

Per eseguire l’asportazione dei polipi (polipectomia) si utilizza un particolare accessorio collegato ad un bisturi elettrico che elimina, in modo del tutto indolore, il polipo tagliandolo alla base. È necessario, che la capacità di coagulazione del sangue sia normale ed è quindi essenziale che venga segnalata al medico endoscopista l’eventuale assunzione di farmaci (anticoagulanti, antiaggreganti, come l’aspirina o antinfiammatori) che possano modificare la coagulazione del sangue.

Il polipo viene, nella maggior parte dei casi, recuperato ed inviato in laboratorio per l’esame istologico, ma può capitare che il polipo asportato non possa essere recuperato per l’esame istologico.

L’esame è pericoloso e/o doloroso?

L’esame dura in media pochi minuti, non è doloroso e non interferirà con la normale respirazione. Durante l’esame sarà utile mantenere un comportamento rilassato e collaborativo, cercando di controllare eventuali conati di vomito con respirazioni regolari.

Al termine dell’esame bisognerà attendere la scomparsa della sensazione di gonfiore alla gola, effetto dell’anestesia, prima di assumere cibi o bevande.

Il risultato dell’esame viene solitamente consegnato immediatamente e può essere corredato da fotografie dei reperti salienti. Per quanto concerne l’esito delle eventuali biopsie o polipectomie bisognerà attendere alcuni giorni per la risposta da parte del laboratorio.

Anni di esperienza dimostrano che l’EGDS è un esame sicuro, tuttavia, esso può essere gravato, come qualsiasi atto medico, da rare complicanze.

Le complicanze dell’ EsofagoGastroDuodenoScopia diagnostica, che accadono con una frequenza inferiore a 1 caso su 1.000, sono costituite da:

  • perforazione
  • emorragia
  • problemi cardio-respiratori

Queste complicanze, in ancor più rare circostanze (1 caso su 10.000), potrebbero rendere necessari particolari interventi terapeutici, anche chirurgici, o risultare pericolose per la vita.

L’EsofagoGastroDuodenoScopia operativa (polipectomia) non é una procedura pericolosa, ma occorre tuttavia considerare che si tratta di un vero e proprio intervento chirurgico e come tale comporta dei rischi. Infatti, sono possibili delle complicanze in una percentuale compresa fra l’1- 5% dei casi. Tale variabilità nell’incidenza delle complicanze dipende principalmente dalle dimensioni dei polipi asportati, dal loro numero, dalla loro forma e dalla sede.

Le principali complicanze della polipectomia possono essere:

  • l’emorragia: può essere immediata o tardiva, con insorgenza durante la manovra endoscopica o nei giorni successivi. In genere si autolimita o viene arrestata con mezzi endoscopici. In alcuni casi può essere necessario il ricovero ospedaliero per osservazione; raramente si deve ricorrere all’intervento chirurgico per arrestarla.
  • la perforazione: può essere immediata o tardiva e rappresenta la complicanza più grave, ma anche la più rara, generalmente é necessario l’intervento chirurgico per correggerla.

La disinfezione corretta degli strumenti garantisce che non ci sia rischio di trasmissione di infezioni.

Consulta le NOTE INFORMATIVE PER L’ESOFAGOGASTRODUODENOSCOPIA

Consulta le NORME DI PREPARAZIONE ALL’ESAME