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Manometria anorettale  


Cos’è? 

È lo studio manometrico delle pressioni e dei volumi del canale anale e del retto, utile nelle alterazioni della defecazione. Rappresenta inoltre uno strumento per valutare gli aspetti motori e sensitivi che presiedono ai meccanismi della defecazione e della continenza fecale. La contrazione degli sfinteri anali interno ed esterno, la sensibilità rettale e il riflesso retto-anale inibitorio rappresentano i principali parametri studiati dalla manometria.   

A cosa serve?

La manometria viene impiegata anche nella valutazione pre-operatoria di patologie caratterizzate da ipertono sfinteriale (ragade, emorroidi), nonché nelle fistole anali prima di eseguire una fistulotomia o un’ ampia fistulectomia con possibile danno sfinterico, e infine prima degli interventi di resezione del retto. 

Come si effettua?

Gli strumenti per manometria anorettale maggiormente diffusi utilizzano cateteri a perfusione d’acqua e sono costituiti da alcune componenti: cateteri, pompa a perfusione, trasduttori, sistema di registrazione e sistema di elaborazione dati.  Presso la nostra struttura viene utilizzata una strumentazione dotata di cateteri monouso a perfusione d’acqua. 

Quali indicazioni fornisce la manometria? 

La manometria permette di rilevare le pressioni che vengono sviluppate nell’ultimo tratto dell’intestino, il retto ed il canale anale, che hanno prevalentemente due funzioni: quella di espellere il bolo fecale e quello di contenere le feci al di fuori dell’atto della defecazione. La rilevazione delle pressioni permette di valutare indirettamente la forza sviluppata dalla muscolatura perianale oltre che dal complesso sfinteriale. Normalmente il retto si contrae con cicli che variano da 5 a 10 per minuto con una diminuzione della frequenza nel periodo postprandiale e nelle variazioni circadiane. La manometria anorettale valuta differenti aspetti dei meccanismi deputati alla continenza fecale e alla defecazione. 

L’incontinenza anale è caratterizzata da pressioni inferiori alla norma in condizioni basali e durante la contrazione volontaria, anche se non è infrequente rilevare un normale profilo pressorio. 

La stipsi è caratterizzata da profilo pressorio in genere normale, sebbene a volte sia presente un ipertono basale. Il parametro che appare più compromesso è la sensibilità rettale, per cui sia il riflesso inibitore sia la sensibilità iniziale e d’urgenza vengono evocati a volumi superiori rispetto alla norma. Anche la compliance rettale può risultarne elevata. Un parametro importante da valutare è il rilassamento sfinterico durante il ponzamento, ovvero l’atto di espellere le feci. 

Come si svolge l’esame?

Dopo la raccolta dei dati anamnestici, il medico provvede a informare il paziente sul tipo di esame che andrà ad eseguire e, raccolto il consenso alla prestazione, chiederà al paziente di sdraiarsi su un lettino sul fianco sinistro con le ginocchia piegate (posizione fetale), esponendo la regione perineale. In un primo momento avverrà l’esame digitale, come succede normalmente in una valutazione proctologica; dopodiché il medico inserirà a livello del canale anale il catetere per alcuni centimetri e successivamente verrà estratto, e, una volta in posizione, il palloncino posto sulla punta del catetere sarà gonfiato con aria per simulare un volume di bolo fecale così da analizzare le risposte del retto e dell’ano a tale stimolo. Al paziente verrà chiesto di contrarre i muscoli dell’ano con lo scopo di espellere il cateterino con il ponzamento. Una buona compliance da parte del paziente è fondamentale per la riuscita dell’esame. 

Quanto dura l’esame?

L’esame dura circa 10 minuti. 

Esistono controindicazioni all’esecuzione della manometria? 

E’ sconsigliata solo in caso di recenti interventi chirurgici. 

È prevista una preparazione per l’esecuzione dell’esame?

È opportuno eseguire un clisma evacuativo di 200 cc privo di glicerina 2 ore prima dell’esame. 

Cosa fare prima dell’esame?

Non è necessario il digiuno né la sospensione dei farmaci abituali. 

Esistono effetti indesiderati legati all’esame? 

Il paziente può avvertire fastidio all’introduzione dello strumento, e gonfiando il palloncino in ampolla rettale; sensazione di fuoriuscita di liquido dall’ano durante l’esame; sanguinamento, per lo più di lieve entità qualora siano presenti emorroidi congeste o ragadi anali o fistole o comunque patologie che già di base possono creare ematochezia o proctorragia (sanguinamenti). 

Esistono alternative diagnostiche alla manometria ano-rettale? 

Non esistono procedure diagnostiche alternative che forniscano le medesime informazioni della manometria anorettale. La manometria ano-rettale rappresenta uno degli esami di scelta per lo studio delle patologie funzionali del tratto ano-rettale, in particolare nei pazienti con contrazione paradossa del puborettale, nei prolassi, nei pazienti con incontinenza anale, nella stipsi ed in previsione di qualsiasi intervento sul canale anale.  

Quali sono i rischi connessi con la mancata esecuzione dell’esame? 

Perdita di importanti informazioni diagnostiche e prognostiche, di comprovata utilità in termini di gestione della salute del paziente, soprattutto nell’ambito delle successive scelte terapeutiche da intraprendere.

Medici

Medici dell'Unità Operativa
Assistente
Dottore Ettore Lillo
Chirurgia Generale
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