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Aborto spontaneo: quali sono i fattori di rischio e a chi rivolgersi?

L’aborto spontaneo è un evento drammatico nella vita della donna e della coppia che desidera un figlio. Determinato dalla morte del feto, l’aborto spontaneo è una complicanza non rara che può capitare in gravidanza, specie in presenza di alcuni fattori di rischio e se in precedenza la donna ha già avuto uno o più aborti spontanei.

Comprendere e diagnosticare le cause dell’aborto spontaneo è fondamentale al fine di poter portare a termine una successiva gravidanza, che andrà pianificata attraverso l’aiuto di esperti. Quali sono le cause, cosa fare e a chi si può rivolgere la coppia dopo uno o più aborti spontanei? Ne parliamo con la professoressa Nicoletta Di Simone, responsabile del Centro multidisciplinare di Patologia della Gravidanza di Humanitas San Pio X.

Quali fattori possono portare ad aborto spontaneo?

«L’aborto spontaneo rappresenta la più frequente complicanza in gravidanza con una incidenza del 20-25% – spiega l’esperta -. Quando l’aborto spontaneo si ripete in una o più gravidanze successive si parla di aborto ricorrente, complicanza che ha un’incidenza del 5-7%. Tra i fattori di rischio che possono favorire un aborto spontaneo troviamo l’obesità, le infezioni recidivanti, l’inquinamento, l’esposizione a sostanze o materiali presenti nell’ambiente che possono interferire con le funzioni delle ghiandole endocrine, stili di vita scorretti (alimentazione, fumo) e condizioni stressanti di vita.

Le cause di abortività ricorrente sono numerose, alcune associate alla donna (malformazioni uterine, alterata recettività endometriale, patologie autoimmuni, endocrine, trombofilie, celiachia), altre associate a problematiche maschili. Anche la componente psicologica e lo stato di salute dell’intestino (il microbiota) svolgono un ruolo importante sul buon esito di una gravidanza. In merito al microbiota (l’insieme di batteri che abita il nostro corpo), alcuni studi indicano che un’alterazione dell’equilibrio tra questi batteri può facilitare lo sviluppo di patologie o di condizioni infiammatorie che interferiscono con un buon sviluppo della gravidanza iniziale».

A chi rivolgersi dopo uno o più aborti spontanei, per avere un figlio?

In caso di uno o più aborti spontanei è importante comprendere i fattori di rischio, individuare le cause di abortività e iniziare un percorso di terapia che abbia come obiettivo l’accoglienza e l’accompagnamento delle coppie alla gravidanza fino alla nascita del figlio tanto desiderato. Nel Centro Multidisciplinare di Patologia della Gravidanza, diretto dalla professoressa Nicoletta Di Simone, si effettua la presa in carico delle coppie, viene effettuata una diagnosi e seguita tutta la gravidanza, grazie alla presenza  dei diversi specialisti ginecologi, ematologi, immunologi-reumatologi, endocrinologi e psicoterapeuti che vi lavorano. 

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