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Cardiologia: perché un ambulatorio per il cuore delle donne?

Secondo i dati della Società Italiana per la prevenzione cardiovascolare (Siprec), il cuore delle donne si ammala anche più di quello dei maschi, spesso senza lanciare campanelli d’allarme e con prognosi peggiore al momento della diagnosi. Tanti sono i fattori di rischio cardiovascolare al femminile, alcuni intercettabili e modificabili.

Perché un ambulatorio dedicato per il cuore delle donne? L’abbiamo chiesto al professor Giulio Stefanini, cardiologo responsabile dell’Ambulatorio Cuore delle Donne

Durante l’età fertile, le donne hanno negli ormoni estrogeni dei grandi alleati della salute del cuore – spiega l’esperto -. Tuttavia, già dai 30-40 anni, le alterazioni ormonali che avvengono, precocemente in alcune donne con la premenopausa e menopausa, possono influenzare negativamente le funzioni del cuore e del sistema cardiovascolare.

Spesso le donne non presentano sintomi di malattia cardiovascolare al suo esordio, e talvolta quando arrivano all’attenzione del cardiologo la malattia è già avanzata e la prognosi peggiore rispetto ai maschi. L’Ambulatorio di cardiologia Il Cuore delle Donne nasce da questa premessa, ovvero che la prevenzione delle patologie cardiache e cardiovascolari diventa per le donne non solo importante ma necessaria, nelle diverse fasi della vita».

Quali sono i fattori di rischio cardiovascolare al femminile?

«Sappiamo che le malattie autoimmuni prediligono il sesso femminile – prosegue il professor Stefanini -, e che malattie come artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico, sclerodermia, miastenia, tiroidite, solo per citare le più frequenti, possono avere ripercussioni negative sulla salute cardiaca.

La presenza di una malattia autoimmune rappresenta quindi un fattore di rischio cardiovascolare noto che può essere monitorato e tenuto sotto controllo nelle diverse fasi della vita della donna, specie in presenza di altri fattori di rischio concomitanti. Non dimentichiamo infatti, che stile di vita sedentario, abitudine al fumo di sigaretta, dieta poco sana e non bilanciata sono fattori di rischio che possono aggiungersi a una malattia autoimmune già presente, a diabete, ipercolesterolemia e ipertensione. Questi ultimi, poi, possono essere anche la conseguenza di uno stile di vita non sano, che porta al sovrappeso e all’obesità, anch’essi fattori di rischio cardiovascolari.

Infine, va ricordato che, se i fattori di rischio associati allo stile di vita possono essere modificati con l’aiuto del cardiologo e di un nutrizionista, altri fattori quali l’età e le alterazioni ormonali fisiologiche in gravidanza o in menopausa possono essere tenuti sotto controllo con una normale visita cardiologica e un elettrocardiogramma preventivo».

Specialista in Cardiologia

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