Negli ultimi anni, anche in ortopedia si sta concretizzando l’approccio della personalizzazione delle cure, anche quando si parla della necessità di un impianto di protesi. Tenere conto della diversa anatomia e morfologia delle articolazioni di ciascuno di noi, è alla base dell’idea sviluppata dal prof. Maurilio Marcacci, responsabile del centro per la ricostruzione articolare del ginocchio di Humanitas San Pio X e docente di Humanitas University, e dal suo team, di protesi personalizzata 3D. Di cosa si tratta e perchè è così importante, l’abbiamo chiesto al prof. Marcacci che per la prima volta al mondo ha impiantato in un paziente una protesi totale di ginocchio stampata in 3D in lega di cromo cobalto.
Perchè è stato importante usare questa innovativa tecnologia?
«La valutazione clinica del paziente a cui abbiamo impiantato la protesi 3D – spiega il prof. Maurilio Marcacci – aveva dimostrato che il paziente non avrebbe tratto beneficio dall’impianto di una protesi standard di ginocchio sebbene di misura adeguata alla sua articolazione. Infatti, pur vicina all’anatomia, la protesi tradizionale non avrebbe garantito un perfetto match, ovvero un perfetto accoppiamento. Pertanto, dal momento che disponiamo dell’innovazione tecnologica necessaria nel nostro centro per la ricostruzione articolare del ginocchio, abbiamo scelto di intervenire con l’impianto di una protesi personalizzata realizzata non solo della dimensione perfetta, anche disegnata sull’anatomia del paziente».
Come è stato possibile realizzarla?
«Caratteristiche e parametri anatomici specifici del paziente sono stati rilevati grazie a TC e RMN – continua l’esperto -, permettendo così di disegnare la protesi personalizzata che poi è stata ricostruita fedelmente con la stampa 3D. Nella chirurgia protesica, inoltre, è fondamentale il perfetto posizionamento della protesi: a questo scopo, abbiamo usato un sistema computerizzato di planning preoperatorio interattivo in 3D che ci ha permesso di posizionare l’impianto nella posizione ottimale».
Quali sono i vantaggi?
«La ricostruzione dell’articolazione con una protesi totale del ginocchio necessaria quando artrosi o lesioni la rendono necessaria, è una procedura piuttosto comune – commenta l’esperto -. Fino ad oggi l’artroplastica del ginocchio ha aiutato milioni di pazienti in tutto il mondo sebbene le conoscenze e le tecnologie disponibili non permettessero di considerare l’anatomia specifica di ogni singolo paziente. Con le protesi standard, in alcuni casi, possono insorgere dolore o infiammazione, mentre l’impianto di una protesi personalizzata e anatomica riduce il tempo di recupero e il dolore post operatorio, rende più veloce la ripresa della funzione dell’articolazione e migliora la qualità di vita del paziente».
Dopo l’intervento è necessaria la riabilitazione?
«Sempre – sottolinea il prof. Marcacci -, eseguita da professionisti esperti e formati, oggi anche grazie allo sviluppo di tutori dotati di sensori che trasmettono informazioni al chirurgo o al fisioterapista per personalizzare la riabilitazione sulle esigenze del paziente».
https://prenota.humanitas.it/medico/dott-marcacci-maurilio
-
2.3 milioni visite
-
+56.000 pazienti PS
-
+3.000 dipendenti
-
45.000 pazienti ricoverati
-
800 medici