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Obesità: l’intervento in caso di Ernia

L’obesità è una malattia che ha bisogno di centri specializzati e professionisti dedicati per riuscire a ridare alla persona obesa, che ha fallito la via della restrizione dietetica, la possibilità di tornare a vivere grazie alla chirurgia bariatrica. Non sempre però i pazienti obesi sono candidabili alla chirurgia: in presenza di ernie addominali o di laparocele, piuttosto frequenti nei grandi obesi, la chirurgia potrebbe risultare a rischio. Cosa fare, quando va operata l’ernia? L’abbiamo chiesto al dottor Roberto Grignani, Chirurgo Bariatrico di Humanitas San Pio X.

«In situazioni di normopeso, ernia addominale o laparocele di grandi dimensioni o con sintomi andrebbero ridotte chirurgicamente per evitare il rischio di complicanze. Tuttavia – spiega il dottor Grignani -, nel paziente obeso, proprio l’obesità rappresenta un fattore che, come in un circolo vizioso, può complicare l’ernia. Il problema infatti è il rischio che la porzione di intestino che fuoriesce dal foro che si è formato sulla parete addominale a causa del peso che porta i muscoli a cedere, provochi occlusioni intestinali o laparoceli cosiddetti ‘incarcerati’ oppure “strozzati”. Le complicanze per l’intestino e per la vita del paziente possono essere gravi per l’insufficiente apporto di sangue e ossigeno ai tessuti».

Viene prima l’ernia o la chirurgia bariatrica?

«La valutazione dell’ernia o del laparocele è il primo passo per stabilire se effettuare prima l’intervento di riduzione dell’ernia o la chirurgia bariatrica – sottolinea l’esperto -. A differenza delle persone normopeso, la valutazione dell’ernia può risultare difficile durante la visita di chirurgia bariatrica vera e propria (esame obiettivo) a causa del preponderante strato adiposo. Fondamentale è l’esperienza del medico nell’uso dell’ecografia per pazienti obesi: infatti, la sonda ecografica è studiata appositamente per valutare i tessuti pur in presenza di uno strato importante di grasso. Una volta determinate le dimensioni e la posizione dell’ernia o del laparocele, il team multidisciplinare del percorso per l’obesità deciderà se effettuare prima l’intervento di riduzione dell’ernia o la chirurgia bariatrica per la riduzione del peso o entrambi contemporaneamente. La situazione ottimale per il successo dell’intervento di riparazione dell’ernia sarebbe prima ottenere il dimagrimento del paziente: infatti l’obesità e il peso della parete addominale contribuiscono a ridurre le probabilità di successo dell’intervento di laparocele e determinano maggiori complicanze post operatorie con una maggior frequenza di infezioni della ferita o raccolte sierose post chirurgiche. In genere, in caso di laparocele di grandi dimensioni, è preferibile eseguire prima la chirurgia bariatrica, mentre con ernie di piccole dimensioni o sintomatiche, l’intervento di riduzione dell’ernia e l’intervento di chirurgia bariatrica possono essere concomitanti in un unico momento chirurgico».

Ernia: importanza del controllo ecografico

«La diagnostica ecografica in tutti i pazienti con ernia, e in particolare nel paziente obeso, offre un’arma in più per meglio definire la grandezza della porta erniaria, la sua esatta localizzazione e permettere così di discernere tra le ernie che presentano solo grasso omentale al loro interno, e quelle che presentano già contenuto intestinale, a maggior rischio di complicanza. Inoltre – sottolinea l’esperto -, l’ecografia permette di discernere con maggior precisione, la presenza di ernia incarcerata».

Intervento dell’ernia: tecnica mini-invasiva e tecnica classica?

«La procedura chirurgica e il post-operatorio per il paziente obeso non è diverso da quello del paziente normopeso con ernia o laparocele – conclude il dottor Grignani -. Con la tecnica laparoscopica non viene effettuato un taglio ma piccole incisioni, che permettono al chirurgo di riposizionare i visceri erniati e posizionare una rete biocompatibile, talvolta in materiali bioassorbibili, per chiudere il difetto sulla parete addominale ed evitare nuove erniazioni. Questo tipo di intervento è sempre effettuato in anestesia generale.Vi possono essere però maggiori indicazioni ad utilizzare la via chirurgica classica nel caso di ernie piccole, perchè la riparazione avviene in anestesia esclusivamente locale, oppure per ernie di grosse dimensioni, per le quali l’intervento laparoscopico diventerebbe poco risolutivo. Dopo l’intervento, la ripresa delle attività avviene mediamente in 10-15 giorni, nei quali il paziente deve mobilizzarsi, camminare e fare un’attività fisica normale per la vita di tutti i giorni, evitando di alzare pesi o fare sforzi fisici».

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