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Osteoporosi: non solo per età e menopausa

Sull’osteoporosi la comunicazione si è orientata per anni sulla prevenzione della malattia e delle fratture osteoporotiche nella donna in menopausa. Sebbene una donna di 50 anni presenti un rischio di morire per frattura di femore uguale a quello per cancro alla mammella, e maggiore di quello per cancro endometriale, tuttavia età e menopausa non sono le uniche cause di osteoporosi.

Ne parliamo con la dottoressa Emanuela Raimondo, ortopedico referente dell’Ambulatorio Osteoporosi di Humanitas San Pio X.

Quali sono le altre cause di osteoporosi?

«Se la menopausa è senza dubbio la causa più nota e comune che porta le donne a sviluppare osteoporosi, la malattia però può insorgere anche per altre cause – sottolinea l’esperta -. Sapere che esiste un rischio anche se non si è in menopausa o non si è donna, permette di affrontare con azioni di prevenzione la malattia osteoporotica, evitando che insorga o rallentandone la progressione. Ad esempio, hanno un rischio aumentato di sviluppare osteoporosi le persone che soffrono di alcune malattie della tiroide (iperparatiroidismo e ipertiroidismo), diabete mellito giovanile di tipo 1, malattie endocrine e dell’apparato gastroenterico (ad esempio celiachia, intolleranza al lattosio, malassorbimento intestinale, malattie infiammatorie croniche gastro-intestinali) e malattie ematologiche tra cui la Talassemia. 

Inoltre, ad aumentare il rischio di osteoporosi per le donne si aggiungono anche le malattie reumatiche (artrite reumatoide, LES, artrite psoriasica, sclerodermia) che colpiscono prevalentemente le persone di genere femminile.

Infine, per le persone che assumono alcuni farmaci, tra cui cortisonici e anticoagulanti, chemioterapici e diuretici, è raccomandato rivolgersi allo specialista per controlli più frequenti della densità ossea». 

Cosa fare si hanno questi fattori di rischio?

«Conoscere le cause dell’osteoporosi ha reso possibile individuare i soggetti a rischio e intervenire precocemente – prosegue la dottoressa Raimondo – agendo sullo stile di vita, e con supplementazione di calcio e vitamina nei casi in cui la diagnosi sia negativa per l’osteoporosi ma esistano fattori di rischio, oppure con la prescrizione di terapie specifiche di primo e secondo livello nel caso la diagnosi di osteoporosi sia conclamata. In tutti i casi, è importante che il paziente a rischio venga seguito non solo nel percorso clinico e diagnostico, ma anche nel monitoraggio di prevenzione della malattia con esami specifici quali MOC DEXA vertebrale e femorale, esami del sangue e delle urine, Rx del rachide dorso lombare per studio morfometrico). 

Infatti, intercettare l’osteoporosi nel suo esordio e prevenire le fratture e microfratture osteoporotiche è l’obiettivo – conclude la dottoressa Raimondo -. Basti pensare che, nella maggior parte dei casi, le fratture che avvengono a livello della colonna non sono clinicamente rilevabile, ovvero la persona non sa di averle, ma vengono rilevate con le radiografie e possono dare dolore e disabilità». 

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