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Otite: come evitarla in piscina e al mare

In vacanza o per sport, il mare e la piscina sono i luoghi preferiti per l’estate dagli adulti e dai bambini. Capita tuttavia, di tornare da una giornata di tuffi e nuotate con la sensazione di avere l’acqua nell’orecchio, di ovattamento o dolore. Potrebbe trattarsi di otite dell’orecchio esterno, un’infiammazione conosciuta anche come otite del nuotatore. 

Ne abbiamo parlato con il dottor Giovanni Colombo, responsabile dell’Unità di Otorinolaringoiatria di Humanitas San Pio X.

L’otite esterna è un’infiammazione della cute del condotto uditivo esterno e della conca auricolare, che si manifesta con dolore, prurito, sensazione di ovattamento e abbassamento dell’udito, dolore alla masticazione, e spesso con fuoriuscita di secrezioni siero-purulente dall’orecchio. Le temperature caldo-umide, nuotare nell’acqua non pulita, e la presenza di lesioni della cute del condotto uditivo, dermatite, diabete o malattie autoimmuni sono tutti fattori di rischio che rendono più sensibile l’orecchio all’attacco di microrganismi patogeni, specialmente batteri. 

Otite del nuotatore: come evitarla in piscina e al mare

Rimuovere il cerume dall’orecchio è un buon modo per prevenire le otiti, specie dopo un tuffo o una nuotata al mare o in piscina. In acqua, infatti, il cerume già presente nell’orecchio si gonfia trattenendo l’acqua che entra all’interno del canale uditivo esterno, e favorendo il moltiplicarsi di batteri che possono dar luogo a infezioni.

Alcune persone sono più suscettibili alle otiti; pertanto, chi frequenta abitualmente le piscine dovrebbe eseguire una corretta igiene dell’orecchio evitando la formazione di tappi di cerume. In vacanza, invece, se dopo un tuffo o una nuotata si avverte la sensazione di orecchio tappato, prurito, dolore e ovattamento dell’udito è consigliabile evitare di rituffarsi in acqua. Se il dolore non passa, e la sintomatologia peggiora, occorre recarsi dallo specialista otorinolaringoiatra, che a seguito della visita indicherà la terapia adatta, favorendo la guarigione completa in pochi giorni. Se trascurata, una otite esterna acuta può cronicizzarsi a causa di sviluppo di resistenze agli antibiotici o sviluppare una sovrainfezione micotica; in rari casi, in soggetti immunocompromessi o diabetici, può svilupparsi anche un quadro di cellulite o osteomielite.

Otite esterna: come si cura?

Prima di assumere gocce o farmaci, o fare lavaggi auricolari, è fortemente raccomandato rivolgersi allo specialista otorinolaringoiatra. La diagnosi, infatti, servirà per stabilire la terapia adeguata: lavaggi del condotto uditivo, gocce antibatteriche, antimicotiche o antinfiammatorie, e terapia sistemica mirata nel caso l’infiammazione sia a uno stadio avanzato e il gonfiore (edema) del condotto uditivo non permetta il passaggio dei farmaci, oppure in caso di infezione virale. 

Durante la visita specialistica, l’otorinolaringoiatra, se necessario, eseguirà anche la pulizia del condotto uditivo per rimuovere materiale purulento che potrebbe ridurre l’efficacia della terapia.

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