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Reflusso faringeo diverso da quello gastroesofageo: come riconoscerlo?

Reflusso gastroesofageo e faringolaringeo hanno in comune la risalita di materiale gastrico attraverso l’esofago. Se nel reflusso gastroesofageo, il materiale acido risale dallo stomaco a causa di una disfunzione del cardias, nel reflusso faringolaringeo il cibo masticato tende a risalire a causa del malfunzionamento dei muscoli dello sfintere esofageo superiore, una valvola che chiude la parte alta dell’esofago al passaggio del cibo per impedirne la risalita nelle vie aeree superiori. Se presenti i sintomi del reflusso faringeo, chiamato anche faringolaringeo, è necessario rivolgersi allo specialista giusto, ovvero l’otorinolaringoiatra. Ne parliamo con il dottor Giovanni Colombo, responsabile dell’Unità Otorinolaringoiatria di Humanitas San Pio X

Quali sono i sintomi di reflusso faringolaringeo?

«Il reflusso faringolaringeo si manifesta con i sintomi considerati atipici nel reflusso gastroesofageo – spiega il dottor Colombo -. Spesso il paziente riferisce la presenza di bruciore o dolore retrosternale, che non viene identificato come bruciore allo stomaco, associato a tosse secca e stizzosa specie dopo i pasti; in molti casi possono essere presenti disfonia, con riduzione della voce, sintomi riferiti alla gola come mal di gola, bruciore o sensazione di avere un corpo estraneo e produzione di muco spesso e abbondante. Meno frequenti sono infezioni alle orecchie, rinite e laringospasmo. 

Con questi sintomi, lo specialista a cui rivolgersi è l’otorinolaringoiatra che effettuerà la visita delle vie aeree superiori con il laringoscopio e/o con laringoscopia a fibre ottiche per valutare la presenza dei segni di reflusso faringeo. Infatti, i sintomi riferiti dal paziente sono spesso associati a gonfiore (edema), arrossamento delle mucose dell’ipofaringe e della laringe e alla presenza di granulomi delle corde vocali».

Come si cura il reflusso faringolaringeo?

«La cura del reflusso faringeo è di tipo farmacologico, ovvero con farmaci che riducono l’acidità gastrica e creano una barriera a protezione delle mucose – sottolinea l’esperto -. Insieme alla terapia con farmaci, è importante anche agire sullo stile di vita e modificare alcune abitudini: ad esempio, smettere di fumare, ridurre il consumo di formaggi, cibi fritti, carni rosse e grassi e ridurre il peso corporeo. Infine, occorre attendere almeno 3 ore prima di coricarsi sul letto o sul divano dopo la cena, per consentire allo stomaco di svuotarsi e nei casi più gravi, è raccomandato l’uso di cuscini anti-reflusso per mantenere il tronco leggermente inclinato evitando la risalita di materiale gastrico».

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