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Risonanza magnetica e protesi metalliche: è vero che non si può fare l’esame?

Non è così rara la situazione per cui persone che hanno subito un impianto di protesi metalliche per un trauma o una patologia, potrebbero avere bisogno di sottoporsi a una Risonanza Magnetica (RM), l’esame diagnostico che usa un campo magnetico e onde di frequenza per ottenere immagini di organi e strutture anatomiche. «Il timore principale dei pazienti portatori di elementi metallici – spiega il dott. Dario Poretti, responsabile dell’Unità operativa di Diagnostica per immagini di Humanitas San Pio X – è che le onde magnetiche possano farli spostare. In realtà, i pazienti con protesi metalliche possono effettuare la risonanza magnetica senza timori, salvo rare eccezioni che vengono valutate dal medico radiologo. Pertanto, sia che si tratti di esame effettuato con risonanza magnetica chiusa, ovvero con il grande magnete che si trova intorno al paziente, sia con la moderna risonanza magnetica aperta, i portatori di protesi possono stare tranquilli su eventuali rischi di spostamento di viti, placche, punti metallici di sutura usati per la riduzione di fratture, interventi chirurgici e protesi». 

I vantaggi della risonanza magnetica aperta

«La risonanza magnetica aperta si differenzia da quella risonanza tradizionale chiusa perché non prevede il posizionamento del paziente all’interno di un tubo chiuso, non provoca i tipici rimbombi sonori e quindi è più silenziosa della RM chiusa, e il magnete si posiziona solo in corrispondenza della parte del corpo da valutare – dice il dottor Poretti -. I vantaggi rispetto alla RM chiusa riguardano soprattutto l’aspetto psicologico e il comfort del paziente. Infatti, la stanza dedicata all’esame è più piccola e confortevole, il paziente affronta l’esame con minore disagio dal momento che non c’è la componente “claustrofobica” causata dal tubo. Per questi motivi, la RM aperta è adatta a bambini, o alle persone che soffrono di disturbi di panico o ansia, ma anche a persone sovrappeso, obese e anziani. La RM aperta non permette però la valutazione di organi voluminosi (cuore, prostata, addome), ma è efficace per la valutare la salute generale delle ossa e per la diagnosi di: 

  • fratture, ernie discali (colonna cervicale, dorsale, lombare)
  • lesioni della cuffia dei rotatori e lesioni tendinee (spalla)
  • lesioni meniscali e dei legamenti (ginocchio)
  • lesioni e tendiniti (caviglie)

Infine, la diagnostica con risonanza magnetica aperta non implica l’utilizzo di mezzi di contrasto e, come anche nel caso della risonanza tradizionale – conclude l’esperto – non è richiesta nessuna preparazione specifica o la sospensione di eventuali farmaci».

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