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Singhiozzo: miti da sfatare e rimedi utili

Il singhiozzo può essere un disturbo banale e temporaneo, ma può anche essere il segno di un disturbo che richiede cure. Conoscere il motivo per cui si scatena quel fastidioso “hic”, e decidere se andare dal medico o aspettare che passi, dipende dalle cause, specie se si protrae a lungo. Per evitarlo o farlo passare quando compare, alcuni rimedi sono più utili di altri. Ne parliamo con il dottor Marco Dal Fante, responsabile gastroenterologia ed endoscopia di Humanitas San Pio X.

Il meccanismo alla base del singhiozzo

«Contrazioni ripetute e involontarie del diaframma, il muscolo della respirazione, causate dall’irritazione del nervo frenico che controlla proprio le contrazioni del diaframma sono alla base della comparsa del singhiozzo – dice l’esperto -. Ogni contrazione del diaframma si conclude con una brusca chiusura della valvola (glottide) che separa l’apparato respiratorio da quello digerente, e questo dà luogo al tipico “hic” del singhiozzo. Inoltre, il fatto che il singhiozzo compaia all’improvviso è dato dal fatto che oltre al nervo frenico sono coinvolti anche i centri nervosi che controllano la respirazione e l’ipotalamo, una parte del cervello non controllabile dalla volontà».

Quali situazioni possono scatenare il singhiozzo?

«Spesso la causa del singhiozzo non è facile da individuare – continua il dottor Dal Fante -. Il singhiozzo occasionale e transitorio, che dura da pochi secondi a qualche minuto, può essere causato da alcune situazioni della vita quotidiana che possono irritare più facilmente il nervo frenico, ad esempio:

  • Abbuffate: mangiare e bere troppo o troppo velocemente provoca la dilatazione dello stomaco. Masticare bene il cibo prima di ingerirlo previene il singhiozzo.
  • Bruschi sbalzi di temperatura: passare dal caldo al freddo o bere una bevanda bollente o gelata.
  • Bere alcolici in eccesso: può danneggiare la mucosa gastrica (il tessuto di rivestimento dello stomaco), infiammarla e, di conseguenza, irritare il diaframma. Limitare il consumo di alcolici aiuta a prevenire il singhiozzo.
  • Situazioni di disagio: aumenta la quantità di aria ingerita e, come diretta conseguenza, il diaframma si irrita.

Se il singhiozzo è particolarmente persistente ovvero dura ore o giorni, invece, non deve essere sottovalutato perché può essere causato da disturbi quali ad esempio:

  • pericardite (infiammazione del pericardio, la guaina che avvolge il cuore) 
  • disturbi dell’apparato digerente (ad esempio reflusso gastro-esofageo, gastrite)
  • alterazioni dei centri nervosi che controllano il singhiozzo (ad esempio, occlusione di un vaso sanguigno che irrora questi centri)».

Quali sono i rimedi utili per far passare il singhiozzo?

Il rimedio più antico (consigliato da Ippocrate più di 2000 anni fa) e ad oggi ancora il più usato e il più efficace per far passare il singhiozzo è inspirare profondamente e trattenere il fiato in apnea per 10-25 secondi. Questo permette di far rilassare il diaframma e far smettere le contrazioni. Altri rimedi utili sono:

  • ingerire velocemente acqua a piccoli sorsi
  • favorire uno starnuto
  • inghiottire rapidamente un cucchiaio di zucchero
  • assumere un cucchiaino d’aceto o di succo di limone puro
  • comprimere con le unghie degli indici un punto di agopuntura situato all’interno dei padiglioni auricolari. 

Quando rivolgersi al medico?

Senza attendere che il singhiozzo duri 68 anni, come nel caso del singhiozzo da Guinness dell’americano Charles Osborne che singhiozzò ininterrottamente dal 1922 mentre sollevava un maiale, fino al 1990, con 430 milioni di singhiozzi stimati, quando il singhiozzo è persistente e non passa con i rimedi classici, si consiglia di rivolgersi al proprio medico che valuterà se recarsi al Pronto Soccorso. Qui vengono effettuati gli esami diagnostici (radiografia del torace, ecografia, ecocardiografia, risonanza magnetica) che aiuteranno a stabilire la causa e quindi la terapia. Negli attacchi gravi di singhiozzo possono essere somministrati farmaci antispastici, rilassanti e sedativi. Solo in casi limitati può essere necessario un intervento chirurgico per devitalizzare i nervi frenici.

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