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Traumi da sport invernali: non sottovalutare preparazione e stanchezza

Per definizione, gli sport invernali si praticano sulla neve o sul ghiaccio, anche in città. È il caso del pattinaggio su ghiaccio, ad esempio, con i numerosi ring allestiti proprio nel periodo invernale in arene o piazze. Tuttavia, qualunque sia lo sport invernale scelto, dallo sci alpinismo, alle ciaspole, fino al trekking, la preparazione fisica è il punto di partenza. Infatti, senza preparazione muscolare, la stanchezza può aumentare il rischio di traumi da sport invernali.

Ne parliamo con il dottor Federico D’Amario, responsabile di Ortopedia Protesica e Ricostruttiva Anca e Ginocchio in Humanitas San Pio X.

Sci discesa, alpinismo

Il Sistema Nazionale di Sorveglianza sugli Incidenti in Montagna (SIMON) coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità rileva che la causa degli incidenti che accadono sulle piste da sci sia la stanchezza. I traumi più frequenti tra gli sciatori – specie quelli che riguardano il ginocchio, tra cui lesioni del menisco, rottura del legamento crociato anteriore e frattura del piatto tibiale – accadono con maggior frequenza alla fine di una giornata passata sulle piste o alla fine della vacanza. Molti infatti, per godere al massimo della neve e dello sci, finiscono per esagerare e non rispettare quel campanello d’allarme che è la stanchezza.

Quando si avverte stanchezza fisica e mentale, infatti, è bene assecondare il proprio corpo, prendersi un giorno di pausa o qualche ora di riposo dallo sci e lasciare che muscoli e legamenti si riprendano dallo stress. Questo vale anche per gli sciatori esperti, ma soprattutto per chi arriva al giorno prima di partire per iniziare la preparazione presciistica, non pratica sport con regolarità tutto l’anno e non è allenato allo sforzo che richiede una giornata sulle piste.

Sci nordico o sci da fondo

Lo sci da fondo o sci nordico, rispetto alla discesa, prevede un movimento simile a una “camminata” veloce e scivolata sulla neve. Non serve esperienza, lo sci nordico è praticabile ad ogni età, ma la tecnica va imparata perché richiede coordinazione tra il movimento ampio delle gambe sugli sci stretti, e le braccia che spingono con i bastoncini. È uno sport di resistenza, che richiede preparazione muscolare e buone gambe, per evitare che la stanchezza fisica arrivi dopo poco tempo dalla partenza. In genere, proprio perchè è uno sport che tende a sovraccaricare ginocchia e caviglie, può aumentare il rischio di infortuni quali lesioni ai tendini, infiammazioni e distorsioni

Pattinaggio sul ghiaccio

Spesso non serve indossare i pattini perché una caduta sul ghiaccio si trasformi in un trauma per il polso, il gomito, la spalla, il coccige o il ginocchio. Nei ring delle arene cittadine trasformate in piste per il pattinaggio sul ghiaccio, sono molti i bambini e gli adulti che provano a pattinare sulle lame e, molto spesso, cadono. Va ricordato che, al di là del divertimento stagionale, una caduta sui pattini può provocare infortuni che, se nei bambini può guarire in tempi relativamenti brevi, per gli adulti può richiedere terapie, lunghi tempi di recupero e fisioterapia.

Cosa fare per prevenire gli infortuni da sport invernali?

La prevenzione degli infortuni – e delle cadute accidentali, specie negli anziani – si fa praticando sport tutto l’anno. Infatti, l’attività fisica contribuisce sia a rinforzare i muscoli sia le ossa, previene l’osteoporosi e aiuta a sopportare lo stress fisico e le sollecitazioni sulle ginocchia di ore sugli sci, o sui pattini. Pertanto, preparazione fisica e conoscenza del gesto tecnico dello sport che si va a praticare sono le basi per non farsi male. Tuttavia, è consigliabile rivolgersi allo specialista per valutare lo stato delle proprie articolazioni, legamenti e muscoli, non solo prima di andare a sciare, ma prima di iniziare qualunque sport, specie negli over 50. Questo permette di ricevere consigli personalizzati sulla preparazione, il riscaldamento, la tecnica sportiva per evitare il sovraccarico o proteggere l’articolazione e le strutture più a rischio.

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