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Ecocardiogramma da stress farmacologico


L’ecocardiogramma da stress dopo stimolo farmacologico, chiamato anche ecostress farmacologico, è un esame non doloroso che permette di osservare le modificazioni che avvengono nel cuore durante uno stimolo (stress) farmacologico. Lo stress farmacologico viene indotto grazie all’iniezione endovenosa di farmaci specifici che danno al cuore la sensazione di dover sostenere uno sforzo fisico. Prima di eseguire l’ecocardiogramma da stress, il cardiologo effettua un ecocardiogramma classico, per valutare la presenza di eventuali controindicazioni all’esecuzione dell’ecocardiogramma da stress farmacologico.

A cosa serve?

L’ecostress farmacologico serve ad accertare la funzionalità del sistema cardiovascolare e stabilire la natura dei disturbi del paziente per decidere, in base all’esito dell’esame, il percorso clinico e terapeutico. E’ un test di secondo livello rispetto a un test da sforzo, effettuato per valutare l’eventuale presenza di stenosi delle coronarie.

Come avviene l’esame?

Il paziente viene fatto sdraiare su un lettino, sul fianco sinistro, come per una normale ecocardiografia transtoracica. Vengono applicati:

  • degli elettrodi al torace, per monitorare l’elettrocardiogramma (ECG)
  • lo sfigmomanometro, per il monitoraggio della pressione arteriosa
  • una fleboclisi (flebo) per somministrare, in dose controllata, il farmaco che provocherà al cuore le stesse modificazioni indotte da uno sforzo fisico o variazioni del circolo delle coronarie.

Esistono diversi tipi di ecocardiogramma da stress farmacologico ma la scelta del principio attivo (farmaco) da utilizzare viene deciso dal cardiologo prescrittore dell’esame. Secondo le indicazioni del cardiologo, durante l’esame possono essere somministrati, sempre attraverso la stessa flebo, altri farmaci necessari per l’esame (per esempio, l’antidoto ai farmaci somministrati), o per ridurre la frequenza cardiaca alla fine del test. Al termine dell’esame, la flebo viene rimossa.

C’è bisogno di sospendere i farmaci prima dell’esame?

Il medico curante che ha prescritto l’esame dovrà provvedere a informare il paziente sull’eventuale sospensione di farmaci e sulle modalità con cui effettuare la sospensione.

Cosa fare in preparazione all’esame?

  • Non fumare da almeno 12 ore
  • Non assumere thè, coca cola, caffè da almeno 12 ore
  • Digiuno da almeno 4 ore (in caso di diabete, chiedere al proprio medico curante come regolare la dose di antidiabetico orale o di insulina)
  • Si può bere senza particolari restrizioni

È preferibile farsi accompagnare all’esame. Non dimenticare di portare con sé la copia o l’originale della documentazione clinica (cartella clinica, ECG, prove da sforzo, coronarografia, ecc).

Quanto dura l’esame?

Dalla preparazione alla fine del test, l’ecocardiogramma da stress farmacologico dura circa 30 minuti. L’esame però può essere interrotto dal cardiologo prima del completamento del protocollo di iniezione della dose massima di farmaco per quel paziente. Motivi per cui può essere interrotto sono la comparsa di:

  • alterazioni significative del tracciato elettrocardiografico
  • alterazioni della motilità delle pareti del cuore all’ecocardiogramma
  • variazioni dei parametri pressori 
  • sintomi che il cardiologo giudichi significativi
  • rilevamento degli elementi utili a formulare la diagnosi

E’ un esame pericoloso?

Sebbene rari, durante l’ecocardiogramma da stress farmacologico possono comparire eventi cardiaci quali una aritmia pericolosa, una crisi di angina, uno scompenso acuto, un infarto del miocardio o un arresto cardiaco. Per questo motivo, nell’ambulatorio in cui viene eseguito l’esame sono sempre presenti farmaci e apparecchiature in grado di far regredire in brevissimo tempo ognuna di queste rare complicanze. Tuttavia, la loro incidenza è la stessa di una normale prova da sforzo su tapis roulant o cyclette, o di una scintigrafia miocardica.

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