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Capelli che cadono, quando è patologico? La visita dermatologica per indagare l’alopecia

La caduta dei capelli è un fenomeno del tutto normale e naturale, basti pensare che ne abbiamo circa 100.000 e una perdita giornaliera di 50-100 non è assolutamente motivo per allarmarsi, ma fa parte del fisiologico ricambio. Tuttavia, in alcuni casi la perdita di capelli è patologica e richiede l’intervento dello specialista. Quando la caduta dei capelli è un evento patologico e richiede la visita dermatologica, lo spiega la dottoressa Brumana, responsabile di dermatologia di Humanitas San Pio X.

È questo il caso dell’alopecia , ossia quando la caduta dei capelli non si realizza più in modo naturale e normale ma patologico – spiega la dottoressa Brumana -, e ha cause riconducibili a diversi fattori, come quelli psicofisici (ad esempio lo stress), immunologici o ormonali. Un esempio di quest’ultima eventualità è la menopausa, in cui il calo della produzione di estrogeni fa sì che i capelli si assottiglino e cadano. È un problema molto comune, dato che circa ⅔ delle donne in menopausa lamentano la caduta dei capelli, che in un momento particolare come questo, in cui cambia anche il modo di vivere la propria femminilità, può avere delle conseguenze negative a livello di autostima e sicurezza della donna verso di sé». 

Alopecia: dal dermatologo per curarla

I campanelli d’allarme che fanno pensare a un caso di alopecia sono:

  • diradamento, localizzato o generalizzato
  • caduta copiosa di capelli (possiamo vedere molti più capelli nella spazzola o sul piatto della doccia dopo il lavaggio)
  • fastidio o dolore allo spazzolamento
  • prurito, desquamazione, forfora. 

Per la diagnosi corretta, è necessaria una visista tricologica. «Svolta nell’ambulatorio di dermatologia, la visita dermatologica prevede la fase della raccolta di informazioni (anamnesi) sullo stile di vita e sullo stato globale di salute, dato che capelli e pelle sono lo specchio della salute generale della persona – continua la dermatologa -. Poi si passa all’esame vero e proprio, che viene effettuato con l’utilizzo della tricoscopia: il dermatologo si serve di una lente speciale per osservare dettagliatamente il cuoio capelluto e individuare il problema. In alcuni casi possono essere prescritti esami specifici per valutare carenze, problematiche ormonali o immunologiche. Con questi strumenti si può capire se la perdita di capelli è dovuta a una problematica temporanea (ad esempio, il cambio di stagione), oppure se ci sono delle cause di altra natura. In quest’ultimo caso, una volta individuata la causa, verrà stabilita la strategia per curare e bloccare la  caduta dei capelli. Ad esempio, se è legata alla menopausa, si può intervenire con cure ormonali o locali. L’importante è intervenire per tempo – conclude la dottoressa Brumana – perché sia che si tratti di intervenire per limitare la caduta o rinfoltire la chioma, se il diradamento è già in stato avanzato, risolvere il problema diventa più difficile».

 

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