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Sport: quale praticare per alleviare il dolore alle ossa?

Il dolore alle ossa e alle articolazioni è un ostacolo alla vita attiva, che può diventare un limite anche per semplici attività quotidiane come salire e scendere le scale, andare a fare una passeggiata oppure alzarsi dalla poltrona. Tuttavia, come sostengono da tempo gli esperti, in caso di dolore articolare, praticare la giusta attività fisica è parte della cura. E quindi perché non cogliere l’occasione della primavera per iniziare un’attività fisica efficace contro dolore e rigidità alle articolazioni.

Quale sport praticare per alleviare il dolore alle ossa? Ne parliamo con il dottor Federico D’Amario, responsabile di Ortopedia Protesica e Ricostruttiva Anca e Ginocchio di Humanitas San Pio X.

«Il dolore articolare, comunemente chiamato anche dolore alle ossa, può avere diverse cause, dalle patologie degenerative come l’artrosi, alle lesioni traumatiche – spiega l’esperto -. Se praticato a livelli agonistici o in modo eccessivo rispetto alla capacità muscolare dell’individuo, lo sport può provocare lesioni da overuse delle strutture muscolari, legamentose e ossee che compongono l’articolazione, fratture o microfratture da stress, o accelerare i processi degenerativi della cartilagine. Tuttavia, lo sport giusto, nelle dosi giuste, può essere invece parte della terapia per alleviare il dolore articolare e recuperare il movimento».  

Dolore e rigidità articolare: quale sport praticare?

«Mantenersi attivi e rinforzare i muscoli è il primo passo per alleviare il dolore articolare da artrosi, ad esempio, specie se l’attività fisica avviene il più possibile in assenza di carichi sulle articolazioni – suggerisce il dottor D’Amario -. Sono molte le evidenze scientifiche sui benefici del nuoto e della bicicletta per le persone che soffrono di artrosi o artrite: ad esempio, uno studio che ha confrontato i benefici del nuoto e della bicicletta su 48 adulti sedentari di mezza età e anziani, tutti affetti da artrosi, ha dimostrato che praticare uno di questi due sport con regolarità contribuisce a ridurre il dolore e la rigidità articolare associati all’artrosi, migliorando anche la forza muscolare e la capacità funzionale.

Per tre mesi, i volontari che hanno partecipato allo studio hanno praticato sessioni di nuoto o di bicicletta per 45 minuti al giorno per 3 giorni alla settimana, a intensità moderata. I ricercatori hanno rilevato che al termine dei tre mesi, i pazienti riferivano riduzioni significative del dolore articolare, della rigidità e della limitazione fisica, accompagnate da un aumento della qualità della vita in entrambi i gruppi, aumento della potenza isocinetica di estensione e flessione del ginocchio (+15-30%) e del tempo di distanza percorsa camminando (+6 minuti)».

Nuoto e bici: cosa fare quando non bastano più?

«Meno limitazioni fisiche, meno dolore, meno sedentarietà sono risultati importanti che, chi soffre di dolore articolare da artrosi, può ottenere praticando nuoto o ciclismo – prosegue l’ortopedico -. Come per qualsiasi attività fisica, però, per praticare uno sport in sicurezza è una buona idea consultare prima il proprio medico e affidare a un ortopedico la valutazione dello stato delle articolazioni dolenti. 

Tuttavia, nelle persone in cui la malattia artrosica è in fase avanzata, praticare il nuoto o la bicicletta può non essere sufficiente nella gestione del dolore. 

Consiglio quindi di non aspettare che il dolore limiti la propria autonomia di movimento prima di rivolgersi all’ortopedico, in modo particolare se il dolore compare in persone attive. Infatti, in questi pazienti, prima di ricorrere all’impianto di protesi, spesso è possibile effettuare con successo terapie rigenerative o, come nel caso del ginocchio, impianti di piccole protesi monocompartimentali che riparano la lesione artrosica senza sostituire l’intera articolazione e rallentano la progressione della malattia. E’ bene ricordare che i massimi benefici di questi interventi si ottengono quando la malattia artrosica è nelle fasi iniziali ed è ancora presente cartilagine residua». 

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