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Varicocele: cos’è l’embolizzazione?

L’embolizzazione del varicocele è una procedura innovativa ma già ampiamente utilizzata. Diversi sono i vantaggi, tra cui i ridotti tempo di recupero, l’assenza di cicatrici, ma soprattutto non richiede anestesia generale né ricovero. 

Approfondiamo l’argomento con il dr. Dario Poretti, responsabile di Radiologia Interventistica di Humanitas San Pio X.

Cosa significa l’embolizzazione del varicocele?

Il varicocele è una patologia non grave caratterizzata da un’alterazione nel calibro delle vene del testicolo che risultano dilatate a causa del ristagno del sangue al loro interno. L’embolizzazione del varicocele è una procedura endovascolare mininvasiva, cioè effettuata attraverso un catetere inserito dalla vene femorale, che permette di iniettare, all’interno delle vene dilatate, sostanze sclerosanti (o embolizzanti) che favoriscono la chiusura delle vene dilatate. 

Piuttosto comune nei giovani, il varicocele può influenzare la fertilità maschile in un discreto numero di casi: infatti, in genere, la presenza di varicocele è associata a alterazioni della spermatogenesi. Per questo motivo, in caso di varicocele grave è in genere raccomandata la terapia chirurgica oppure quella endovascolare con l’embolizzazione, spesso usata in alternativa alla chirurgia tradizionale. 

In quali casi è indicata l’embolizzazione del varicocele? 

L’embolizzazione del varicocele è indicata nei pazienti con diagnosi di varicocele di grado elevato (III e IV grado). Tuttavia, prima di confermare la procedura, il medico radiologo valuta il paziente effettuando una ecografia mirata. Nel caso di conferma dell’indicazione embolizzazione endovascolare del varicocele, si procede a organizzare l’appuntamento per la procedura presso il servizio di Radiologia Interventistica.

Come si effettua l’embolizzazione del varicocele?

L’embolizzazione del varicocele si effettua in una sala dedicata a procedure di Radiologia Interventistica e non richiede anestesia generale. Tutta la procedura di embolizzazione delle vene dilatate a livello del testicolo viene eseguita sotto controllo radiologico, a partire dall’inserimento di un catetere particolare all’interno della vena femorale, a livello dell’inguine. L’inserimento del catetere prevede un’anestesia locale, con una piccola iniezione di anestetico, attraverso il quale, il radiologo interventista inietta un mezzo di contrasto che permette di evidenziare le vene da trattare con l’embolizzazione, nelle quali, in modo mirato e selettivo, vengono iniettate le sostanze sclerosanti, sempre sotto il controllo radiografico. Quest’ultimo è particolarmente importante per il medico radiologo interventista per seguire ogni fase della procedura e mirare il trattamento embolizzante solo dove serve. 

Una volta effettuata la terapia per chiudere le vene dilatate e bloccare il reflusso di sangue al testicolo, il medico ritrae con delicatezza il catetere venoso fino a sfilarlo del tutto. A quel punto applica una medicazione sul punto di inserzione del catetere a livello della vena femorale: dopo circa 3 ore di osservazione in ambulatorio, il paziente può tornare a casa, evitando gli sforzi, mentre il giorno successivo, può riprendere la propria normale vita quotidiana. 

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