Cosa sono le malattie infiammatorie croniche intestinali?
Le malattie infiammatorie croniche intestinali, spesso indicate con l’acronimo MICI o IBD – Inflammatory Bowel Disease – sono patologie che includono la malattia di Crohn e la colite ulcerosa. Si tratta di malattie che provocano un’infiammazione cronica in diverse parti dell’apparato digerente. I sintomi sono caratterizzati da un’alternanza di fasi: la riacutizzazione, in cui i sintomi sono attivi, e la remissione, in cui l’infiammazione è sotto controllo. Con il passare del tempo, queste malattie possono avere un impatto importante sulla vita quotidiana, specialmente perché spesso iniziano in età giovanile, tra i 15 e i 45 anni. In Italia circa 250.000 persone convivono con una MICI.
Quali sono le cause delle malattie infiammatorie croniche intestinali?
Le cause delle malattie infiammatorie croniche intestinali sono multifattoriali e includono:
- Predisposizione genetica
- Fattori ambientali, quali il fumo di sigaretta (che sembra aggravare la malattia di Crohn), lo stile di vita, l’alimentazione, l’esposizione a inquinanti
- Microbiota intestinale: nelle MICI, spesso si osservano disbiosi che possono stimolare una risposta immunitaria eccessiva
- Risposta immunitaria anomala
- Fattori psicologici, come lo stress, l’ansia e la depressione. Pur non essendo cause dirette, possono peggiorare le riacutizzazioni, rendere più difficile la gestione dei sintomi e influire negativamente sulla qualità della vita.
Quali sono i sintomi delle malattie infiammatorie croniche intestinali?
I sintomi delle malattie infiammatorie croniche intestinali possono variare molto da persona a persona, a seconda di diversi fattori, tra cui il tipo di malattia, il tratto intestinale coinvolto, l’estensione dell’infiammazione, la gravità e la fase della malattia. I sintomi delle MICI si suddividono anche in sintomi intestinali e sintomi sistemici, e includono:
- Sintomi della malattia di Crohn:
- diarrea, anche notturna
- dolore addominale (soprattutto nella parte inferiore destra) con crampi
- sensazione di gonfiore addominale
- talvolta presenza di sangue nelle feci
- perdita di peso
- febbricola
- stanchezza
- perdita di appetito.
 
- Sintomi della colite ulcerosa:
- diarrea con sangue (rosso vivo) e muco
- sensazione di urgenza all’evacuazione
- sensazione di non essere svuotati completamente dopo l’evacuazione (tenesmo rettale)
- dolori e crampi addominali
- febbricola
- stanchezza profonda
- dimagrimento
- perdita di appetito.
 
Le MICI possono portare a complicanze a lungo termine e altre malattie che coinvolgono organi diversi dall’intestino.
- Complicanze a lungo termine
 Malattia di Crohn:- stenosi, restringimenti dell’intestino che ostacolano il passaggio del contenuto intestinale
- fistole, collegamenti anomali tra intestino e altri organi o con la cute)
- ascessi perianali
 
- Colite ulcerosa:
- megacolon tossico, una dilatazione acuta del colon che può essere emergenza medica
- tumore del colon.
 
- Malattie extra-intestinali
- artrite, spondiloartriti
- eritema nodoso, psoriasi, stomatite aftosa
- uveite, episclerite
- colangite sclerosante primitiva.
 
Come si diagnosticano le malattie infiammatorie croniche intestinali?
La diagnosi inizia con la visita gastroenterologica per la valutazione dei sintomi riferiti dal paziente, e alcuni esami di laboratorio, tra cui esami del sangue, esami delle feci per escludere infezioni e per valutare la perdita di sangue (sangue occulto nelle feci). Sulla base della valutazione obiettiva, il medico può valutare ulteriori esami quali la colonscopia, con biopsie multiple, per osservare direttamente la mucosa del colon e dell’ileo, nel sospetto di malattia di Crohn, e per prelevare campioni per l’esame istologico. Se necessario, possono essere prescritti approfondimenti quali la risonanza magnetica intestinale (enteroRM), o TC intestinale, per valutare l’estensione e l’attività della malattia, specie nelle aree non facilmente raggiungibili con la colonscopia.
Dopo la diagnosi, è importante monitorare regolarmente la malattia, con controlli endoscopici ed esami, secondo le indicazioni del medico, allo scopo di adeguare le terapie e ridurre il rischio di complicazioni.
Quali sono le terapie per le malattie infiammatorie croniche intestinali?
Le strategie terapeutiche oggi disponibili per le MICI sono molteplici. L’obiettivo principale è indurre una remissione, cioè spegnere l’infiammazione, e mantenere il paziente il più a lungo possibile in uno stato stabile, con pochi sintomi e buona qualità di vita. In centri specializzati, l’approccio è multidisciplinare e coinvolge gastroenterologi, chirurghi, dermatologi, oculisti, psicologi, nutrizionisti, in modo da valutare le strategie di trattamento per la gestione di tutte le condizioni associate alle MICI, incluse quelle extraintestinali, l’alimentazione, il benessere psicologico e, in generale, lo stile di vita.
I trattamenti per le malattie infiammatorie croniche intestinali possono prevedere:
- Terapie convenzionali con farmaci come la mesalazina, i corticosteroidi (nei momenti di riacutizzazione), immunosoppressori come l’azatioprina o la 6-mercaptopurina o il metotrexato.
- Farmaci biologici: quando le terapie convenzionali non sono sufficienti a indurre la remissione. Si tratta di farmaci che includono gli anticorpi anti-TNF-α, quelli contro integrine, o contro interleuchine come IL-12 o IL-23. Questi trattamenti mirano all’infiammazione, e tendono a dare miglioramenti più duraturi, proteggendo anche da danni intestinali.
- Piccole molecole: farmaci orali che agiscono su vie specifiche dell’infiammazione (ad esempio, gli inibitori JAK), hanno il vantaggio di una somministrazione più semplice e, in molti casi, un’azione rapida, ma vengono prescritti solo in casi selezionati.
- Intervento chirurgico: in presenza di complicanze (stenosi, fistole, danni non reversibili) o quando la malattia non risponde più alle terapie farmacologiche, l’intervento può aiutare a migliorare la qualità della vita e prevenire complicanze.
- Alimentazione e stile di vita: in associazione alle terapie indicate, alimentazione adeguata (evitando cibi irritanti o che aumentano la fermentazione intestinale, per esempio), buona idratazione, attività fisica compatibile con la condizione generale e gestione dello stress, aiutano il controllo dei sintomi.
Si possono prevenire le malattie infiammatorie croniche intestinali?
Al momento non sono note azioni che aiutino a prevenire l’insorgere delle MICI, per la presenza di fattori non modificabili come la predisposizione genetica.
Tuttavia, è possibile prevenire l’evoluzione e le complicanze della malattia adottando uno stile di vita adeguato, e sottoponendosi ai controlli come indicato dal proprio medico di riferimento.
La visita gastroenterologica serve a confermare la presenza o meno di patologie dell’apparato gastrointestinale e a stabilire eventuali esami specifici di approfondimento diagnostico per delineare un percorso terapeutico specifico.
