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Rischio di parto pretermine: si può “prevedere” con esami e controlli periodici

Perchè alcuni bambini nascono prematuri?

In Italia i neonati pretermine sono circa il 7% di tutti i nati, secondo i dati del Ministero della Salute. Sono bimbi che nati prima della 37^ settimana, alla nascita devono lottare per la vita tanto che vengono chiamati “grandi guerrieri” dalla Società Italiana di Neonatologia. In occasione della Giornata Mondiale della Prematurità, abbiamo chiesto al dottor Alessandro Bulfoni, responsabile di ginecologia e ostetricia di Humanitas San Pio X di spiegarci perchè alcuni bambini nascono prematuri. 

Quali sono le cause che possono determinare prematurità? 

«Alcune patologie materne e patologie placentari-fetali, anche insieme, sono fattori che concorrono ad aumentare il rischio di parto pretermine – dice l’esperto -. Tra le cause materne, l’incontinenza cervicale, le malformazioni uterine, o le infezioni possono causare una minaccia di parto pretermine o travaglio pretermine spontaneo. Invece alcune patologie come l’ipertensione (eclampsia e preeclampsia nei casi più gravi) e la colestasi (una malattia del fegato che può comparire nelle ultime fasi della gravidanza), anomalie della placenta o riduzione del liquido amniotico, che può esporre il feto a condizioni di sofferenza, possono essere motivo per il ginecologo di anticipare il parto tramite induzione o parto cesareo. Indicazione al parto pretermine è dato anche dalle gravidanze gemellari monocoriali-monoamniotiche, in cui i due feti sono nutriti da un’unica placenta, in cui il parto deve avvenire non più tardi della 35^ settimana o dalle gravidanze gemellari bicoriali-biamniotiche in cui l’espletamento non deve essere oltre alla 37^. Tra le cause fetali invece, l’arresto della crescita fetale per una patologia placentare, evento che può capitare, ad esempio, nel caso la mamma soffra di alcune patologie autoimmuni».

Rischio di parto pretermine: si può “prevedere” con esami e controlli periodici

«I controlli periodici con esami ed ecografie hanno lo scopo di valutare e monitorare lo stato di benessere della mamma, del feto e della placenta per riconoscere questi fattori e, nel caso, preparare la mamma e il bambino all’eventualità del parto pretermine – spiega l’esperto -. Dalla 24^ settimana in poi ci possono essere avvisaglie cliniche o strumentali che possono far temere il parto pretermine. La presenza di contrazioni uterine anticipate e accorciamento del collo dell’utero riscontrabile alla visita ginecologica e con ecografia, al di sotto della 34^ settimana, richiedono una diagnosi specifica per valutare le cause. Il tampone vaginale per la ricerca di infezioni di cui la più temibile è da mycoplasma, un batterio sessualmente trasmissibile che necessita di una cura antibiotica; esami del sangue per valutare gli indici di infiammazione; test della fibronectina che può essere predittivo sul parto pretermine sono necessari per iniziare subito una terapia medica adeguata con eventuale ricovero, in caso non fossero sufficienti il stretto follow-up e monitoraggio ambulatoriale e la terapia domiciliare, oltre a riposo assoluto. Nel nostro ospedale è predisposto un ambulatorio dedicato alla patologia della gravidanza e a donne con determinate patologie o rischi che possono far prevedere un parto pretermine».

Terapie per superare la 34^ settimana

«Obiettivo della terapia in caso di rischio di parto pretermine è permettere al feto di raggiungere e superare la 34^ settimana quando avviene la maturazione polmonare – sottolinea il dottor Bulfoni -. In caso di rottura pretermine delle membrane sotto la 34^ settimana è fondamentale il ricovero ospedaliero e, se gli indici infiammatori lo permettono, vengono somministrati farmaci tocolitici per rallentare il travaglio, antibiotici per evitare una possibile infezione del feto da rottura della placenta e induzione farmacologica della maturità polmonare del feto, in caso di rischio elevato di parto pretermine, con iniezioni di cortisone per due giorni in modo che il bimbo prematuro possa respirare meglio alla nascita. In caso di incontinenza cervicale, specie in caso di pregressi parti pretermine o poliabortività, la terapia chirurgica nel secondo trimestre di gravidanza con cerchiaggio cervicale ha l’obiettivo di rinforzare la tenuta della cervice uterina con materiali di sutura (cerchiaggio) che vengono rimossi nella 34^ e permettere il parto che può avvenire in modo naturale». 

Lo specialista riceve anche presso il centro Humanitas Medical Care di via Murat 13, a 450 metri dall’Ospedale. La struttura dispone di un ampio parcheggio nelle vicinanze a disposizione del paziente.

 

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